In un contesto economico sempre più complesso e competitivo, il Rating Aziendale rappresenta uno strumento fondamentale per valutare l’affidabilità e la solidità delle imprese.
Ma quali sono i criteri che determinano questo importante indicatore e come vengono valutate le aziende italiane dalle piccole realtà locali ai grandi gruppi industriali?
Scopriamo insieme i meccanismi alla base del sistema di rating al fine di acquisire la necessaria consapevolezza.
Cosa si intende per Rating Aziendale?
Il Rating Aziendale è un giudizio sintetico rappresentativo della capacità di un’impresa di far fronte ai propri impegni finanziari nel medio-lungo periodo.
Si tratta di una sorta di “pagella” che misura lo stato di salute dell’azienda e la sua affidabilità creditizia.
In Italia, il sistema di rating assume particolare rilevanza non solo per l’accesso al credito bancario, ma anche nelle relazioni con stakeholder nazionali e internazionali.
I Principali Criteri di Valutazione del Rating Aziendale in Italia
1. Analisi Economico-Finanziaria
Il primo e più importante ambito di valutazione riguarda i dati economico-finanziari dell’impresa:
-
Redditività
Indicatori come ROI, ROE e EBITDA forniscono informazioni sulla capacità dell’azienda di generare profitti -
Liquidità
Current ratio, quick ratio e capitale circolante netto misurano la capacità di far fronte agli impegni a breve termine -
Solidità Patrimoniale
Rapporto di indebitamento, copertura delle immobilizzazioni e indice di indipendenza finanziaria -
Efficienza Gestionale
Rotazione del magazzino, tempi di incasso dei crediti e pagamento dei debiti
Le agenzie di rating analizzano almeno tre anni di bilanci per identificare trend e valutare la stabilità dei risultati nel tempo.
2. Valutazione del Business Model e del Settore
Un’analisi approfondita considera anche:
- Posizionamento competitivo dell’impresa nel proprio settore
- Diversificazione delle attività e dei mercati serviti
- Barriere all’ingresso e grado di competitività del settore
- Ciclicità del business e resilienza a shock esterni
- Innovazione e investimenti in R&S
Le PMI che operano in nicchie di mercato ben definite, con prodotti innovativi e difficilmente replicabili, tendono a ottenere valutazioni migliori rispetto a quelle che competono in settori altamente concorrenziali e con basse barriere all’ingresso.
3. Valutazione Qualitativa del Management
La competenza del team dirigenziale rappresenta un fattore cruciale:
- Esperienza e background professionale dei manager
- Track record di successi passati
- Pianificazione strategica e capacità di esecuzione
- Trasparenza nella comunicazione con gli stakeholder
- Governance aziendale e sistemi di controllo interno
Nelle piccole imprese italiane, spesso a conduzione familiare, viene valutata anche la presenza di un piano di successione chiaro e la capacità di attrarre talenti esterni alla famiglia.
4. Rapporti con il sistema bancario
In Italia, dove il finanziamento bancario rappresenta ancora la principale fonte di capitale per le PMI, questo aspetto è particolarmente rilevante:
- Storico dei rapporti con gli istituti di credito
- Puntualità nei pagamenti e assenza di sconfinamenti
- Presenza di garanzie e loro qualità
- Diversificazione delle fonti di finanziamento
- Centrale Rischi: segnalazioni presenti e loro natura
Le imprese che hanno stabilito relazioni solide e trasparenti con più istituti bancari tendono a ricevere valutazioni migliori.
5. Fattori ESG (Environmental, Social, Governance)
Un trend in forte crescita, che influenza sempre più il rating aziendale, riguarda i criteri ESG:
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Environmental
Impatto ambientale, efficienza energetica, economia circolare -
Social
Rapporti con dipendenti, comunità locali, diritti umani -
Governance
Trasparenza, diversità nel CdA, politiche anticorruzione
Le piccole e medie imprese italiane che adottano pratiche sostenibili e ne danno evidenza attraverso rendicontazioni specifiche (come il Bilancio di Sostenibilità) ottengono un vantaggio competitivo anche in termini di rating.
Differenze nella Valutazione per Dimensione Aziendale
Piccole Imprese (fino a 50 dipendenti)
Per le piccole realtà, i criteri di valutazione si concentrano principalmente su:
- Solidità patrimoniale e livello di capitalizzazione
- Dipendenza da pochi clienti o fornitori chiave
- Capacità del titolare/imprenditore e sua eventuale sostituibilità
- Presenza di innovazione come fattore distintivo
- Grado di digitalizzazione dei processi
Le piccole imprese italiane spesso soffrono di sottocapitalizzazione e forte dipendenza dall’imprenditore fondatore, elementi che possono penalizzare il rating.
Medie imprese (50-250 dipendenti)
Per le medie imprese, assumono maggiore rilevanza:
- Struttura organizzativa e presenza di figure manageriali
- Investimenti in R&S e innovazione di processo/prodotto
- Internazionalizzazione e diversificazione dei mercati
- Politiche di gestione del personale e sviluppo delle competenze
- Sistemi di pianificazione e controllo
Le medie imprese italiane più virtuose sono quelle che hanno saputo evolvere da una gestione familiare a una professionale, mantenendo l’agilità decisionale tipica delle PMI.
Grandi imprese (oltre 250 dipendenti)
Per le grandi realtà, il focus si sposta su:
- Governance e trasparenza nei processi decisionali
- Gestione dei rischi finanziari e operativi
- Politiche di sostenibilità e responsabilità sociale
- Capacità di accesso ai mercati dei capitali
- Reputazione del brand e relazioni istituzionali
I grandi gruppi italiani vengono valutati anche sulla base del confronto con competitor internazionali dello stesso settore.
I Principali Provider di Rating in Italia
In Italia, diversi soggetti emettono valutazioni sul merito creditizio:
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Agenzie di Rating Internazionali
Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, principalmente per grandi imprese quotate -
Cerved Rating Agency
Principale operatore italiano, specializzato nella valutazione di PMI -
Banche Dati Commerciali
come CRIBIS D&B, che forniscono score di affidabilità commerciale -
Centrale Rischi della Banca d’Italia
Monitora l’esposizione debitoria verso il sistema bancario -
Rating Interno delle Banche
Sviluppato dagli istituti di credito per valutare i clienti secondo i criteri di Basilea
Ogni provider utilizza metodologie proprietarie, ma i principi fondamentali di valutazione restano simili.
Come Migliorare il Rating Aziendale
Per le imprese italiane che desiderano migliorare il proprio rating, ecco alcune strategie efficaci:
- Rafforzare la struttura patrimoniale, anche attraverso l’ingresso di nuovi soci o strumenti di finanza alternativa
- Diversificare le fonti di finanziamento, riducendo la dipendenza dal credito bancario
- Investire nella digitalizzazione dei processi e nell’innovazione
- Adottare pratiche ESG e rendicontarle adeguatamente
- Migliorare la qualità del reporting finanziario e la trasparenza verso gli stakeholder
- Implementare sistemi di controllo interno e gestione dei rischi
- Sviluppare competenze manageriali e piani di successione chiari
Conclusioni
Il rating aziendale rappresenta molto più di un semplice voto: è una fotografia completa dello stato di salute di un’impresa e della sua capacità di affrontare le sfide future.
Per le aziende italiane di ogni dimensione, comprendere i meccanismi alla base della valutazione permette di implementare pratiche virtuose che rafforzano la competitività.
In un contesto economico sempre più complesso e interconnesso, il rating diventa quindi una vera e propria bussola utilizzata da imprenditori, banche, clienti e fornitori. Viene utilizzato dagli imprenditori per orientare le proprie scelte strategiche, dalle banche per allocare risorse in modo efficiente e da clienti e fornitori per selezionare partner affidabili.
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